By Amministratore 25 Novembre 2022
Ci sono segmenti merceologici che non conoscono flessioni di ordinativi o calo dei consumi, nonostante l’attuale contesto di incertezza e di crisi economica internazionale. Uno di questi è proprio quello dei piccoli frutti. A raccontarcelo è Alberto De Vincenzis, responsabile commerciale dell’OP Terre della Luce, un’organizzazione di produttori della Basilicata che da circa un mese ha avviato la nuova stagione dei berries.
“Da metà ottobre siamo partiti con la raccolta di more e lamponi e la
domanda è stata costante nonostante la presenza di prodotto proveniente da altri Paesi del Mediterraneo e America latina. I mercati di riferimento sono il Lazio, la Lombardia e il Veneto, ma ci giungono apprezzamenti anche dall’estero, grazie ad alcuni clienti di Verona, a cui fanno riferimento diversi operatori europei. La nostra produzione è molto apprezzata dai mercati per la qualità, salubrità e freschezza. In Italia, il mercato dei piccoli frutti è ancora di nicchia ed è rivolto ad acquirenti che hanno una capacità di spesa mediamente più elevata rispetto alla media oppure molto attenti alla propria salute, a differenza dei Paesi nord europei dove il mercato dei piccoli frutti è consolidato, con un trend di crescita esponenziale per i prossimi anni”.
Una novità del prossimo anno marchiata OP Terre della Luce è la coltivazione di mirtilli su 2,5 ettari, con piante che verranno messe a dimora proprio a fine anno, così da poter garantire ai clienti un’offerta completa di piccoli frutti. “Il mirtillo – riprende De Vincenzis – è una bacca con una lunga vita commerciale la cui domanda è in ascesa . Noi produttori dobbiamo fare i conti con una produzione importante proveniente dalla Spagna, Marocco e soprattutto dai Paesi dell’America Latina. Per poter competere con questi Paesi, che devono sopportare degli alti costi per il trasporto, abbiamo bisogno di offrire un prodotto salubre e di elevata qualità nei mesi invernali, quando la domanda in Europa è sostenuta e i prezzi sono più remunerativi”.
Dal canto suo, Giuseppe Santarcangelo, agronomo e responsabile dei campi di berries, ci fornisce un aggiornamento sul calendario di raccolta e sulle tecniche di gestione: “Per entrambe le coltivazioni, effettuiamo trapianti scaglionati, in modo da avere una finestra di raccolta più ampia. Tutti gli impianti, gestiti in fuori suolo, vengono suddivisi in lotti da mezzo ettaro. Se per le more disponiamo di prodotto per circa 6 mesi l’anno, per i lamponi, invece, riusciamo a produrre da ottobre a giugno, senza quindi gap nella raccolta”.
L’andamento climatico sembra essere stato d’aiuto, per le bacche. “Le temperature alte di ottobre e novembre ci hanno permesso di ottenere elevati quantitativi di prodotto, che sono stati tranquillamente spediti ai mercati senza problemi di surplus”, riprende l’agronomo.
“Interventi chimici vengono effettuati esclusivamente nei 10 giorni successivi al trapianto, per garantire un migliore controllo dei patogeni fungini. Dopo si passa alla difesa delle piante mediante controllo biologico dei principali fitofagi. Vengono utilizzati insetti utili e tecniche di coltivazione rispettose dell’ambiente, che ci consentono di ottenere un prodotto a residuo zero”.
Autore: Vincenzo Iannuzziello
Fonte: freshplaza