By Amministratore 22 Giugno 2020
“Nella regione italiana Basilicata stiamo per terminare con le more coltivate in serra e a pochi passi dal mare, per poi continuare con le produzioni in pieno campo a circa 600 mslm. Questa prima parte della campagna 2021 sembra concludersi positivamente: i prezzi di vendita delle more nei mesi primaverili sono stati molto soddisfacenti, con quotazioni che hanno raggiunto anche i 10 €/kg. La pandemia ha poi incrementato la domanda e ha contribuito a consolidare un nuovo formato di vendita, ossia quello dei piccoli frutti in confezioni snack”. E’ quanto ci spiegano dall’O.P. Terre della Luce, un’organizzazione di produttori specializzata nella coltivazione e commercializzazione di fragole e berries.
“Le nostre more, ognuna del peso di 6/8 grammi, vengono raccolte manualmente da operaie specializzate. I frutti vengono posizionati in confezioni da 125 grammi e poi riposti in casse di cartone a marchio. Successivamente la merce, dopo essere stata lasciata in cella per alcune ore, è pronta per partire su tir refrigerati verso i mercati del centro-nord Italia, dove giunge dopo appena 12/24 ore dalla raccolta”.
“Sebbene i soci si avvalgano di strutture altamente specializzate e di diversi accorgimenti tecnico-agronomici, il gran caldo di queste ultime ore e l’eccessiva radiazione solare stanno accelerando il processo di maturazione e creando alcuni problemi di scottature sui frutti. Crediamo di poter concludere la raccolta in pianura nel prossimo fine settimana, proseguendo poi la vendita dei piccoli frutti fino a novembre inoltrato, grazie alle coltivazioni ad alta quota”.
“La scelta di realizzare un doppio e distinto areale di coltivazione nasce dall’esigenza di garantire continuità nelle forniture ai mercati e alle catene della Gdo, sempre più interessate ai piccoli frutti. Le varietà coltivate si differenziano a seconda delle aree di produzione e vengono selezionate per le caratteristiche organolettiche dei frutti e per la loro vita commerciale. La rusticità della pianta consente di limitare l’utilizzo di prodotti fitoiatrici, garantendo al consumatore una produzione a “residuo zero”, determinata dall’impiego di mezzi tecnici innovativi, dagli insetti utili, come Fitoseide per il controllo del ragnetto rosso, e da predatori, come l’Anthocoridae per il controllo del tripide”.